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Un percorso lungo e difficoltoso per riprendere la propria vita in mano


LA PILLOLA DELLA FELICITA'
Sapevate che il Prozac, (un antidepressivo a base di Fluoxetina) è ormai usato da 40 milioni di persone in tutto il mondo. E' chiamato "la droga degli artisti" capace di donare l’ispirazione, e se una volta si usava l’oppio, oggi per trovare l’estro si utilizza il Prozac, come riportato dal quotidiano inglese The Guardian. Questo farmaco è in commercio da 25 anni e solo negli Stati Uniti, ben 10 milioni di persone lo usano e ne abusano.
Le pastiglie contenenti fluoxetina sono prescritte dai medici per “curare”, tra le altre cose l’ansia, inibendo in modo selettivo la ricaptazione della serotonina a livello dei neuroni centrali. Gli artisti la “adorano”, perché produce una calma ideale alla produzione artistica, donando una felicità irreale dovuta al suo effetto anestetizzante e artificiale attutendo ogni cosa che ruota attorno. Questo è uno dei tanti esempi di una società sempre meno umana che non trova funzionale ai propri interessi fornire gli strumenti perché ognuno possa affrancarsi dalla sofferenza, anzi, la si incentiva, così da costruire dipendenza dalla quale sarà sempre più difficoltoso liberarsi. Big Pharma e tutte le multinazionali del farmaco che alimentano questo mercato non hanno nessun interesse a guarire le persone, perché verrebbe meno il bacino di utenza nel quale sversare illusioni, creando tutti quegli effetti collaterali che per loro sono un assegno in bianco sul quale possono scrivere la cifra che vogliono.

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Come essere umano e come clinico non posso che guardare con preoccupazione quanto sta succedendo nel nostro paese. I dati ufficiali sull'abuso degli psicofarmaci sono drammatici e meritano una lettura ben più ampia di quanto non si possa fare in questa sede.
Nel 2011 sono oltre undici milioni le persone che nel nostro Paese ne hanno fatto uso. In particolare, circa 5 milioni sono ricorse a tranquillanti e ansiolitici, ovvero il 12,8% della popolazione, e di questi più di 3 milioni sono donne (dati Ipsad -Italian Population Survey on Alcohol and other Drugs-).
Secondo questo studio, i sonniferi sono stati utilizzati dal 10% della popolazione, ovvero 4 milioni di persone. Sono invece 2,2 milioni i consumatori di antidepressivi, pari al 5,5% e, anche in questo caso, soprattutto donne.
Se queste ultime trovano una soluzione negli psicofarmaci, gli uomini si rivolgono all’alcool. Nell’ultimo mese, quasi 1,5 milioni di italiani (5,4%) ha assunto sei o più bevande alcoliche in una sola occasione, e gli uomini sono quasi il triplo delle donne: 8,8% contro 2,9%.
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Un italiano su sei fa uso di psicofarmaci senza aver preventivamente consultato un medico. Nella fascia d'età tra i 25 e i 34 anni la percentuale è di uno su dieci. Tra il 2000 e il 2008, il consumo di psicofarmaci in Italia sarebbe aumentato del 310%, in particolare nelle regioni del centro-nord. E' evidente che nella popolazione italiana c'è una domanda di aiuto psicologico che attualmente non viene soddisfatta.
L'aumento generalizzato dell'uso di psicofarmaci comprende anche una percentuale elevata di consumo spontaneo, privo di prescrizione medica. Vista la difficoltà di ottenere questo genere di prodotti in farmacia senza presentazione di una regolare ricetta, presumibilmente tutto questo sta accadendo grazie alla facilità con cui, nelle case degli italiani, sono reperibili sia ansiolitici che antidepressivi, magari inizialmente prescritti a un familiare e poi rimasti 'a disposizione' di chi, per lo più arbitrariamente, ritiene di potersene servire senza osservare le precauzioni necessarie”.
D'altro canto è pur vero che una parte del mondo medico dispensa questi farmaci con assoluta leggerezza, senza informare dei possibili effetti collaterali e senza monitorarne l'assunzione in un'ottica di successiva riduzione e sospensione.
Studi recenti sulle Asl italiane infatti hanno anche dimostrato come le prescrizioni annue di psicofarmaci e antidepressivi abbiano conosciuto un incremento del 63%, nello stesso periodo. Analizzando sempre le statistiche emerge che le persone che ricorrono maggiormente all’uso dello psicofarmaco sono soprattutto donne dopo i 45 anni e gli anziani over 75.
Oltre agli antidepressivi, i farmaci più richiesti sono gli ipnotici – usati per esempio per dormire meglio – e gli ansiolitici che vanno a presidiare disturbi legati alla stanchezza, alla capacità di concentrazione, sintomi neurovegetativi e psicosamatici inevitabilmente legati anche alla condizione sociale attuale. L’incertezza rispetto al futuro, accanto alla situazione di forte crisi economica, politica e culturale, genera un sostanzioso calo della qualità della vita e della soddisfazione dei cittadini che per far fronte alle difficoltà di tutti i giorni spesso scelgono di affidarsi a soluzioni mediche. Inoltre, aspetti connessi alla storia genetica dei singoli come i periodi di grave crisi personale, durante i quali da soli riuscire a riemergere sembra davvero impossibile, costituiscono i principali fattori di rischio per questo genere di disturbi. Elementi su cui riflettere che raccontano di un disagio sociale in sempre crescente aumento.
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E' possibile che, se questi soggetti potessero con facilità e a costi contenuti fruire di consulenza da parte di professionisti psicologi, questi consumi verrebbero abbattuti. E con essi verrebbe abbattuto il rischio di abuso e/o uso improprio di queste sostanze tutt’altro che innocue.
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PSICOFARMACI E ADOLESCENTI
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La piaga che colpisce la sfera adulta non poteva risparmiare i più giovani. Gli adolescenti usano gli psicofarmaci per migliorare le prestazioni a scuola e reggere alle lunghe notti in discoteca, per riuscire a dormire dopo aver preso troppi eccitanti o dimenticare la fame rincorrendo magrezze da carta patinata. Ma soprattutto per sballare "legalmente" mischiandoli con l'alcol. Il tutto all'insegna del fai da te, svuotando gli armadietti dei medicinali dei genitori o comprando in rete prodotti che stimolano la concentrazione, l'attenzione, il sonno o l'anoressia.
I dati. In tutta Europa i maggiori consumatori di psicofarmaci non prescritti tra i teenagers (15-19 anni) sono gli studenti italiani. Oltre duecentomila li hanno usati nell'ultimo anno, 395 mila gli under 20 che li hanno provati anche in passato mentre continua a crescere la fetta di coloro che diventano consumatori abituali, che li hanno ingeriti 10 volte o più nell'ultimo mese: sono 43mila, erano 27mila nel 2007. A lanciare l'allarme su un fenomeno in crescita costante, (a parte la cannabis le altre droghe sono stabili), è lo studio Espad italia (european school survey project on alchol and other drugs) condotto dal reparto di epidemiologia e ricerca dell'istituto di fisiologia clinica del consiglio nazionale delle ricerca di Pisa, (Ifc-Cnr).
Medicinali non prescritti. Se il dieci per cento in media dei teenagers italiani ha usato psicofarmaci, la media europea è del 6, a raccontare mercati paralleli, acquisti in rete, farmaci per migliorare prestazioni o compensare l'uso di altre droghe eccitanti. O semplicemente droghe legali. I dati del Cnr raccontano che il 17 % degli studenti tra i 15 e 19 anni hanno almeno una volta nella vita hanno utilizzato psicofarmaci non prescritti, il 9 % lo hanno fatto nell'ultimo anno. Si tratta prevalente di farmaci per dormire, utilizzati durante l'anno dal 6 per cento degli alunni, soprattutto ragazze (8% contro il 4% dei maschi)reggere. Seguono quelli per studiare meglio e più a lungo, per prolungare le notti: sono quelli per l'attenzione e l'iperattività di cui fanno uso il 3 % dei ragazzi. Usano medicinali nati per regolarizzare l'umore il 2,4 % di loro, stessa percentuale per quelli che fanno passare la fame
Alcol e psicofarmaci. "Li prendono soprattuto mischiati con l'alcol, per loro è droga legale e a buon mercato, che trovano in casa o facilmente in rete", sottolinea Sabrina Molinaro, ricercatrice del Cnr che da anni si occupa del fenomeno e che ben conosce il panorama dei consumi di droghe in italia che vede nel 2014 crecere a 600mila i consumatori di cannabis, diminuire a 27mila quelli di eroina, e restare più o meno stabili gli altri stupefacenti con 90mila consumatori di allucinogeni, 60mila hanno preso cocaina, 20mila stimolanti 10 o più volte nell'ultimo anno,40mila gli aficionados delle smart drugs
Un pericolo che non conoscono. Ragazzi che spesso non sanno neppure quello che prendono: 54mila studenti hanno infatti dichiarato di aver assunto sostanze senza sapere cosa fossero esattamente. Ma anche all'estero cresce il consumo di psicofarmaci. Se in Italia sembra soprattutto più che altro per uso ludico, in Inghilterra è legato alle prestazioni, vanno forte quei medicinali nati per la concentrazione, per stimolare l'attenzione. Presi d'assalto dagli studenti in tempo di esami.
Per avere voti migliori. Tanto che alcuni dottori nei giorni scorsi hanno ufficialmente chiesto che questi farmaci, studiati per curare disfunzioni dell'attenzione o della memoria, vengano dati anche ai sani, come ha pubblicato il Times nei giorni scorsi , per migliorare le capacità e non solo. Ora sono usati da dieci studenti su cento per migliorare
le loro performace liceali o universitarie. Li trovano soprattutto in rete, "e spesso non sanno nemmeno cosa prendono, qualcosa che non ha nulla a che vedere con quello che pensano", dicono i medici convinti che una liberalizzaizone potrebbe essere una strada da percorrere.
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Presso i nostri centri Mentalcare disponiamo di protocolli di disintossicazione particolarmente efficaci. Non esitate a contattarci se qualcuno dei vostri famigliari o una persona a voi cara abusa di psicofarmaci, sapremo certamente come aiutarla!
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